Introduzione

(di Giampiero Nigro)

Con questo numero Prato Storia e Arte riprende la sua naturale cadenza semestrale. Esso presenta alcune novità che, vivacizzando i toni della rivista, dovrebbero arricchirne le capacità attrattive. Questa volta le curiosità dei nostri lettori troveranno ulteriori risposte nel confronto tra le tradizionali, pacate narrazioni e il diuturno rumore dell’attualità.  Si tratta di due rubriche facilmente riconoscibili per la loro impostazione grafica, oltre che per i contenuti.  La prima ha nome Animus Loci. Un inserto che potremmo anche considerare come un immaginifico momento di pausa; il suo contenuto sarà costituito ogni volta da un’immagine e da una riflessione collegate tra loro. L’osservazione e la lettura di tale “oggetto visivo e letterario” oltre che dare un naturale piacere, dovrebbe offrire suggestioni sulla nostra identità, sull’animo della nostra terra. Sandro Veronesi e piazza delle Carceri aprono questo esperimento in cui il brano letterario trova il commento visivo nello scatto di Egisto Nino Ceccatelli. L’altra rubrica, Sguardi dal Mondo, esamina la nostra dimensione materiale ed esistenziale attraverso il punto di vista altrui. Di norma l’autore sarà un personag­gio straniero il cui scritto, in lingua originale, espone una personale visione della città, dei suoi uomini e delle cose. Miranda Mac Phail propone il suo pensiero sul rapporto tra Prato e l’arte contemporanea.

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