Palazzo Pretorio, scrigno di patrie memorie

(di Claudio Cerretelli)

La raccolta piazza del Comune – da qualsiasi lato la si raggiunga – è dominata dall’emergere deciso del Palazzo Pretorio, uno degli edifici pubblici medievali più belli dell’Italia centrale, il cui slancio è equilibrato dal prevalente sviluppo orizzontale – attenuato dalla penombra dei loggiati – del contiguo Palazzo del Comune. Fu un articolato progetto urbanistico della fine del XIII secolo a dar forma a questo armonioso insieme1. Come in molti Comuni medievali, i primi edifici pubblici sorsero anche a Prato di fianco alla chiesa principale, la pieve di Santo Stefano, intorno alla metà del XII secolo. Queste strutture risultano scarsamente utilizzate dopo la metà del Duecento, anche per la mancanza di locali adatti ad accogliere i consigli e le adunanze principali, che si tenevano nella vicina Pieve, nella chiesa di Santa Maria in Castello o, più raramente, nei palazzi di importanti famiglie locali. Col consolidarsi del governo cittadino e per la necessità di maggiori spazi intorno alla Pieve (anche in funzione della crescente venerazione per la reliquia della Sacra Cintola della Vergine) si definì l’ambizioso progetto di creare un nuovo, specifico polo del potere civile.